lunedì 26 ottobre 2009

La fisionomia di Erik. La trama dell'Abbandonato del Cynthia


In un precedente post, Verneide vi aveva promesso di ritornare su L'abbandonato del Cynthia. L'illustrazione a lato, firmata da George Roux, accompagna, infatti, la versione italiana del romanzo pubblicata, in tre volumi, dalla Guigoni editore nel 1889 (ve n'era stata, tuttavia, una in due volumi l'anno precedente). L'opera è stata realizzata a "quattro mani", in quanto frutto della collaborazione tra Jules Verne e André Laurie, benché ormai sembra assodato che la paternità dell'opera debba essere ascritta al secondo dei due. Uscito nel 1885 con il titolo originale L'épave du Cynthia, il romanzo narra la storia di Erik Hersebom, un dodicenne figlio di una coppia di pescatori norvegesi di Noroe. Ma in realtà, come avrebbe scoperto il dottor Schwaryencrona di Stoccolma, che lo aveva preso sotto la sua ala protettrice, il giovanotto era sopravvissuto, poco più che neonato, al naufragio del Cynthia, per poi essere adottato. La storia, quindi, si sviluppa sulla ricerca delle origini di Erik, il quale compirà un lungo, pericoloso viaggio tra i ghiacci polari che lo consacrerà anche agli occhi della comunità scientifica internazionale. Come fece il dottore ad intuire la diversa paternità del giovane? Dalle caratteristiche somatiche. Ciò è chiarito già dal primo capitolo, in cui si legge quanto segue: "Era un ragazzo serie e grave, la cui fisionomia cogitabonda e i grandi occhi profondi, che sarebbero stati notati dovunque, facevano tanto maggior impressione colà in mezzo alle teste bionde che lo circondavano. Mentre i suoi camerati e le bambine avevano tutti, senza eccezione, capelli color lino, visi rosei, occhi verdi o turchini, gli occhi e capelli suoi erano castani, e bruna la pelle. Non aveva i pomelli sporgenti, il naso corto e l'andatura pesante dei figli della Scandinavia. In breve, i suoi lineamenti e la sua struttura si differenziavano dalla stirpe così originale e così spiccatamente distinta cui appartenevano i suoi condiscepoli". La storia ha un lieto fine: Erik, infatti, ritroverà e riabbraccerà la madre naturale.

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